La piccola guida al Magazzino dei Venti

Il nostro museo, si sa, ha un percorso tutto suo. Così non giunga inaspettata l’idea di una guida dedicata all’eolica isituzione in progress. Un modo di darsi delle arie, certo. Ma soprattutto un artifizio per crear curiosità. Grazie a Chiara Cecalupo per averlo poeticamente scritto! Grazie a Federico Barile per averlo elegantemente impaginato! Grazie a Maurizio Lozei per averlo gentilmente recensito!

 

Piccola guida al Magazzino dei Venti
di Chiara Cecalupo

A Trieste c’è un museo che non è un museo. O meglio non lo è ancora definitivamente, anche se fortunatamente è sulla giusta via per essere consacrato tale, se le istituzioni locali saranno così avvedute da farlo. Parliamo del Museo della Bora, quel vento che si lega a Trieste in modo indissolubile e che rappresenta il capoluogo regionale a tutto tondo. Da diversi anni Rino Lombardi, presidente dell’associazione “Museo della Bora” sta lavorando per dare dignità a quei refoli che si vorrebbe “alabardati” ufficialmente, un tanto a evitare che questo vento triestino divenga patrimonio altrui, alla stregua del Tocai friulano stroncato da quello ungherese o del Terrano “brevettato” dagli sloveni in barba ai produttori carsolini italiani e a quelli dell’Istria croata. La “Piccola guida al Magazzino dei Venti”, è un’elegante, minuscola brochure che profuma d’antico per la sua veste grafica “vintage” e le sue illustrazioni fiabesche. Il libriccino è guida alla visita del “Magazzino dei Venti” sito in via Belpoggio 9, quello spazio ventoso che con le sue documentazioni, installazioni e fantasie anticipa il futuro Museo. La piccola guida è frutto dell’entusiasmo di Chiara Cecalupo, una visitatrice, a più riprese, del Magazzino. “Un’esperienza – afferma l’autrice – che le è rimasta nel cuore”, al punto di dedicare questa poetica guida allo spazio del vento e della fantasia. Scritta in un italiano “eolico turistico antico”, svela al lettore ispirato da Eolo e incuriosito dai refoli i contenuti del singolare Magazzino, visitato di recente da Edoardo Camurri nell’edizione televisiva di “Provincia-Capitale” andata in onda sui canali Rai lo scorso gennaio. “Potrà apparire all’attento visitatore – si legge nel puntuale proemio – che il museo che si va cercando sia pari all’evento atmosferico che esso celebra, presente ma invisibile”. Osservazione decisamente azzeccata, se pensiamo come la Bora, i venti, siano presenze vive eppure impalpabili, effimere, invisibili, verificabili solo nei loro effetti sulla natura circostante. Chiara Cecalupo guida il lettore attraverso brevi e suggestivi capitoletti. Dai quali si apprende che il Magazzino, futuro museo, custodisce un refolo di Bora “inscatolata”, fantastica operazione di marketing tuttora proponibile. Accanto alla messaggera dell’est – nord – est, almeno altri centoventi brezze provenienti da tutto il mondo. E ancora oggetti e installazioni ventose, una Galleria del Vento con i suoi artisti ispirati dalle brezze, documentazioni scientifiche, girandole e tanto altro ancora. Materiali che fanno del Magazzino/Museo un vero e proprio centro di documentazione eolica che merita di espandersi e rappresentare, in Trieste, la vera capitale del vento di questa parte del globo.
Le info si trovano su www.museobora.org

MAURIZIO LOZEI