Bora e salute

Alle sue prime follate ogni umidità del suolo e dell’aria si dissipa, il cielo si rasserena e la temperatura di molto si abbassa. Sull’organismo umano, e come vento privo di calorico e di umidità, potentemente agisce, ma lo molesta ancor più coll’impeto suo, offendendo l’organo della cute, e specialmente l’aspera arteria ed i polmoni.
 Quando esso spira, l’aria diventa fresca ed elastica, e secca e pura, aumenta l’accostamento delle molecole organiche, quindi la forza dei solidi, accrescendo il tono della fibra. Diminuisce le escrezioni, ravviva l’appetito, accelera la digestione, e poiché sotto il medesimo rinchiude una maggior copia di gas ossigeno, accresce l’energia del sistema polmonale e sanguigno, favorendo il processo della sanguificazione e promovendo la circolazione per l’albero arterioso.
 Il sangue si fa più ricco di fibrina, i movimenti vitali più alacri, più spediti, più vigorosi.
 E’ chiaro perciò, che sotto l’azione di un’atmosfera sbattuta da questo vento, se da una parte i temperamenti robusti, a visceri sani, godono di una maggiore prosperità di vita, ne soffrono soprattutto coloro che furono acclimatizzati sotto un cielo di natura più mite, o che per organiche alterazioni non possono offerire allo stimolo, materiale e chimico di questo vento impetuoso una resistenza organico-fisiologica, atta a paralizzarne i dannosi effetti.

Dr. Luzzatti, “Trieste e il suo clima”, 1855