Tutta la città è un palcoscenico per lo spettacolo della bora, eppure vi sono dei punti in cui lei, la prim’attrice, vuole strafare… Eccone alcuni:
Il Molo Audace
“Ricordo una volta al molo Audace, allora San Carlo, che in quattro ci mettemmo in testa d’arrivar fino in cima. La bora era così impetuosa, che sollevava le onde da una parte e le rovesciava dall’altra, trasportandole oltre tutta la larghezza del molo.
… A un dato punto ci si dovette gettar a terra, perché la violenza dell’acqua col vento stava per trascinarci in mare…
Ma non la demmo vinta alla bora…
Con quale urlo, con quale trionfo selvaggio ci aggrappammo e ci sollevammo a sedere sul colonnino della rosa dei venti…”
Giani Stuparich “La bora” (da “Il ritorno del padre e altri racconti” – Einaudi)
Via della Bora
Benché la bora, o meglio borea, si faccia sentire in qualunque angolo della città in tutte
le stagioni dell’anno, ciò nonostante quando soffia, ella impedisce ai pedoni il transito più per questa contrada che per qualsiasi altra, e questo è il solo motivo per cui le fu imposto il nome di Bora, che le è naturale.
Antonio Tribel “Via della Bora” (da “Una passeggiata per Trieste” – 1884)
La sella della bora
In val Rosandra, sotto il monte Carso. Ecco dove si trova il punto della provincia di Trieste in cui la bora raggiunge le massime velocità e dove anche le brezze si fanno più sensibili.
A volte la bora soffia con una tale veemenza che è praticamente impossibile stare in piedi.