Le sezioni

I CONTENUTI

1 – Area scientifica
Questa parte (distribuita in più sale), prevede una introduzione ai venti in generale (spostamenti delle masse d’aria, utilizzo del vento, dalle vele, ai mulini, alle wind farm; leggende, Eolo & co., ecc.) quindi un approfondimento sulla Bora in particolare (caratteristiche, percorsi, velocità, statistiche, cartoni animati divulgativi, ecc.)

2 – Area curiosità
Prevede le più diverse informazioni e i più diversi materiali sulla Bora.
Dagli articoli del Piccolo sulle raffiche più impetuose, ai testi delle canzoni tipiche e non, dalle regole da osservare per la realizzazione degli immobili, agli oggetti realizzati per “subirla” meno (dalle mollette per il bucato, alle corde per i pedoni), ecc.

3 – Area letteraria
Pagine aperte sulla “città di carta” dedicate agli scrittori che hanno scritto della Bora.
Un esempio per tutti è “Il mio Carso” di Scipio Slataper (Rizzoli BUR 1989)
“La Bora aguzza di schegge mi frusta e mi strappa le orecchie. Ho i capelli come aghi di ginepro, e gli occhi sanguinosi e la bocca arida si spalancano in una risata. Bella è la Bora. E’ il tuo respiro, fratello gigante. Dilati rabbioso il tuo fiato nello spazio e i tronchi si squarciano dalla terra e il mare, gonfiato dalle profondità, si rovescia mostruoso contro il cielo. Scricchia e turbina la città quando tu disfreni la tua rauca anima. Fratello, con la tua grande anima io voglio scendere laggiù.”
Queste e altre pagine potrebbero volare all’interno di una bacheca.

4 – Area testimonianze
Il Museo della Bora vuole essere un museo vivo dove i triestini dovrebbero poterne “parlare”. Sarebbe interessante intervistare chi ha vissuto qualche esperienza memorabile (ad es. nel 1954, quando la Bora soffiò a 171 km/h, ma anche altri ricordi curiosi o divertenti).

5 – Spazio esperienza
Meglio conosciuto come “sala del soffio”, questo spazio dovrebbe far vivere in prima persona l’esperienza dei réfoli di Bora. La sala, cubica, prevede la proiezione su tutte le pareti (a mo’ di trasparente cinematografico), di una parte della città. Piazza Unità, per esempio. Il visitatore sceglie la parte della città e la velocità, e quindi “si ritrova” nel mezzo di una giornata di Bora!!! Magari, potrebbe venire fotografato da una sorta di “candid camera”.

6 – Spazio giochi – La Bora-torio
Giocare sul vento, giocare con il vento e l’aria. Si prevedono una serie di “macchine” speciali per giocare con il vento, magari soffiando su un plastico della città, per vedere come la Bora si incanala… I bambini potrebbero provare a disegnare il vento, potrebbero misurare la velocità di un soffio, ascoltare i rumori del vento, ecc.

7 – Area esposizioni temporanee – Spazio&vento
Sarebbe lo spazio vivo di scambio tra Trieste e le altre realtà, attraverso la presenza di artisti (ma non solo) che interpretano la Bora secondo la propria “poetica”. Dalla foto, alla scultura, dalla scrittura, al video, al cinema, questo potrebbe diventare uno spazio di interesse per tutta la città. Uno spazio dove tornare. Potrebbe nascere un “club del museo”. Gli appuntamenti e le manifestazioni non riguarderanno solo la Bora ma anche argomenti ad essa collegati: es. la proiezione del film “Io e il vento” di Joris Ivens, mostre sui mulini olandesi, incontri sulle fonti di energia, concerti, e mille altre cose diversissime tra loro, ma sempre “fresche” e ben distribuite durante l’arco dell’anno.

8 – Bookshop
Nei moderni musei, lo spazio dedicato all’autofinanziamento diventa importante. In questo caso, il bookshop ospiterebbe i libri sul vento e sulla Bora, dai più “tecnici” a quelli più “semplici”, i libri di scrittori che ne parlano, le musiche che la ricordano, e una serie di oggetti ad hoc “firmati” dal museo (es. magliette, girandole, berrettini con l’elica, ventagli, “messaggeri del vento”, ecc.)