Come affrontare la bora? I consigli di Stelio Mattioni

Si avvicina una nuova stagione di refoli ed è meglio essere preparati.

Lo scrittore Stelio Mattioni, in un numero del PICCOLO ILLUSTRATO del 15 marzo 1980, tutto dedicato alla bora, elencò una serie di utili suggerimenti per affrontare il nostro amato-odiato vento.

Nel 2010 pubblicammo questi consigli all’interno del libro LaBORAtorio-Alla scoperta del vento di Trieste (Editoriale Scienza) accompagnati dalle illustrazioni di Daniele Righi Ricco (una delle quali è riprodotta in questo post).

Buona lettura e buona bora!

I consigli di Stelio Mattioni

Per camminare a Trieste con la bora, bisognerebbe seguire un vero e proprio corso, ma, considerato che da qualche tempo la bora si vede molto meno o, diciamo, quando arriva si dimostra meno efficiente che in passato — anche lei denuncia l’età — forse basta che ognuno tenga in mente le seguenti poche avvertenze:

1) non farsi mai cogliere da un «rèfolo» in appoggio su una gamba sola, quindi guai correre. Consigliabile è camminare come quando da bambini si giocava alla «ferrata», strisciando i piedi per terra. Non occorre muovere le braccia come le bielle, né imitare con la bocca il rumore dello stantuffo

2) se il «rèfolo» arriva di spalle, non lasciarsi proiettare in avanti, resistere cercando di star ritti, perché quando quello smette all’improvviso, e ci si trova sbilanciati, addio

3) se il «rèfolo» attacca di fronte, invece, afferrarsi a qualcosa e piegarsi pure indietro perché, non appena quello molla di colpo, ci si trova inclinati in avanti come quando a cavallo si è saltato un ostacolo, ma sempre in sella

4) se il «rèfolo» coglie di fianco, infine, vista la minore superficie che gli si offre, o ci si ferma e si lascia che passi, o si può anche procedere a zig-zag, correndo i soli rischi cui si è esposti su una nave con mare a forza tre, o sui marciapiedi quando si è bevuto un po’ più di quello che occorre per dimenticare le tristezze della vita

5) ultima avvertenza, valevole in tutti i casi precedenti, nonché in quelli di cui ci siamo dimenticati: quando arriva il «rèfolo» farsi più piccoli che si può, meglio accosciarsi; tanto, si può stare tranquilli, non ci si perde in dignità, sarà molto difficile che qualcuno abbia tempo o voglia di pensare che si sta facendo qualcos’altro.

 

 Se il tema vi appassiona, eccovi altri consigli da Francesca Capodanno (Barcolana) con la divertente traduzione di Diego Manna (su bora.la)